VILLARBOIT (VC) – Castello
Menzionato per la prima volta con il nome Valabotto in un
documento del 1186, il suo toponimo deriva, secondo Alda Rossebastiano, da un
termine germanico composto dai personali Wala e Boto.
Feudo dei conti di Biandrate, verso il 1170 passò al consortile degli Avogadro (unitamente a Busonengo e Monformoso). Parte del feudo fu acquisito anche dalla famiglia de Raimondis, nota per aver dato due badesse al potente monastero benedettino di San Pietro di Lenta. Nel XIV secolo gli Avogadro (ramo di Massazza) figurano avere stabilmente beni nel luogo per i diritti anche di Giacomina de Raimondis, madre di Giovanni Avogadro di Massazza. Con il figlio di questo, Taddeo, ebbe origine il ramo di Villarboit. Tra il 1373 e il 1404 i signori e la comunità si sottomisero ai Savoia. In particolare nel 1404, unitamente a numerosi rappresentanti dei vari rami del consortile Avogadro, fece atto di vassallaggio Taddeo Avogadro di Villarboit. Il paese entrò a far parte del capitanato di Santhià. Tra il 1559 e il 1562 gli Avogadro di Villarboit cedettero i loro diritti feudali al conte Giovanni Tommaso Langosco di Stroppiana, gran cancelliere del duca Emanuele Filiberto. Il borgo e il castello, che dovevano avere sofferto notevoli danni e un accentuato spopolamento fra XV e XVI secolo, divennero il centro del grande tenimento agricolo comprendente i due feudi accorpati. Il castello, già probabilmente in cattivo stato, fu trasformato in modesta residenza signorile di campagna. Nel 1740 il feudo fu acquisito dai marchesi Falletti di Barolo per poi passare nel 1867 ai Solaroli di Briona. Il maniero risale, per la parte più antica, al XIV secolo; posto su una lieve altura, con la sua imponenza, anche se alquanto rimaneggiato, domina il resto dell'abitato ed è bene in vista dalle campagne circostanti. Interessante è la torre, la cui loggia superiore con colonnine è però di epoca più recente. Resti di merlature, inglobate nelle sopraelevazioni dei muri, e risalenti al XIV secolo, sono visibili nei lati settentrionale, occidentale e orientale del complesso. La roggia che ne bagna tuttora il lato occidentale, nei tempi antichi doveva circondarlo come un fossato. Per potervi entrare esistono due passaggi e su di uno è presente lo stemma dei Marchesi Solaroli di Briona con il motto 'Virtus fortuna favente'. Di sicuro si sa, al momento, che il castello vanta, nelle cantine, delle stanze che originariamente erano adibite a prigioni. Vi è una leggenda sul sotterraneo del maniero che collega Villarboit a Monformoso, secondo la quale nel suo punto più sicuro ed inaccessibile vi fosse una cripta. In essa vi sarebbero stati custoditi due forzieri, identici. In uno si troverebbe un fantastico tesoro, mentre nell'altro maledizioni ed esalazioni di peste, capaci di uccidere il profanatore.
Feudo dei conti di Biandrate, verso il 1170 passò al consortile degli Avogadro (unitamente a Busonengo e Monformoso). Parte del feudo fu acquisito anche dalla famiglia de Raimondis, nota per aver dato due badesse al potente monastero benedettino di San Pietro di Lenta. Nel XIV secolo gli Avogadro (ramo di Massazza) figurano avere stabilmente beni nel luogo per i diritti anche di Giacomina de Raimondis, madre di Giovanni Avogadro di Massazza. Con il figlio di questo, Taddeo, ebbe origine il ramo di Villarboit. Tra il 1373 e il 1404 i signori e la comunità si sottomisero ai Savoia. In particolare nel 1404, unitamente a numerosi rappresentanti dei vari rami del consortile Avogadro, fece atto di vassallaggio Taddeo Avogadro di Villarboit. Il paese entrò a far parte del capitanato di Santhià. Tra il 1559 e il 1562 gli Avogadro di Villarboit cedettero i loro diritti feudali al conte Giovanni Tommaso Langosco di Stroppiana, gran cancelliere del duca Emanuele Filiberto. Il borgo e il castello, che dovevano avere sofferto notevoli danni e un accentuato spopolamento fra XV e XVI secolo, divennero il centro del grande tenimento agricolo comprendente i due feudi accorpati. Il castello, già probabilmente in cattivo stato, fu trasformato in modesta residenza signorile di campagna. Nel 1740 il feudo fu acquisito dai marchesi Falletti di Barolo per poi passare nel 1867 ai Solaroli di Briona. Il maniero risale, per la parte più antica, al XIV secolo; posto su una lieve altura, con la sua imponenza, anche se alquanto rimaneggiato, domina il resto dell'abitato ed è bene in vista dalle campagne circostanti. Interessante è la torre, la cui loggia superiore con colonnine è però di epoca più recente. Resti di merlature, inglobate nelle sopraelevazioni dei muri, e risalenti al XIV secolo, sono visibili nei lati settentrionale, occidentale e orientale del complesso. La roggia che ne bagna tuttora il lato occidentale, nei tempi antichi doveva circondarlo come un fossato. Per potervi entrare esistono due passaggi e su di uno è presente lo stemma dei Marchesi Solaroli di Briona con il motto 'Virtus fortuna favente'. Di sicuro si sa, al momento, che il castello vanta, nelle cantine, delle stanze che originariamente erano adibite a prigioni. Vi è una leggenda sul sotterraneo del maniero che collega Villarboit a Monformoso, secondo la quale nel suo punto più sicuro ed inaccessibile vi fosse una cripta. In essa vi sarebbero stati custoditi due forzieri, identici. In uno si troverebbe un fantastico tesoro, mentre nell'altro maledizioni ed esalazioni di peste, capaci di uccidere il profanatore.
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