BOLZANO – Castel Mareccio
Situato nel centro storico di Bolzano, per la sua
posizione è da considerare una residenza, piuttosto che una costruzione di
difesa. Il nucleo più antico, la torre principale, fu fatto costruire da
Berthold von Bozen (Bertoldus Bauzanarius), capostipite della famiglia
Maretsch, nel 1194. Il suo casato faceva parte dei vassalli dei Conti di Tirolo
ed inoltre lui stesso era giudice di Bolzano. Nei secoli successivi si
susseguirono diverse fasi di ampliamento, fra le quali la costruzione del muro
di cinta. Inoltre, fino al 1650, il castello era dotato anche di un fossato
perimetrale con acqua. Il ramo bolzanino dei Mareccio si estinse, passando al
ramo di Naturno e di qui, per matrimonio, alla famiglia Reifer. Quando era di
proprietà di Christofer Reifer, questi disobbedì al duca Sigismondo il Danaroso
(conosciuto anche come Sigismondo il Ricco) e fu per questo imprigionato
e costretto a pagare una multa che comprendeva la cessione al duca del castello
e delle sue adiacenze. Sigismondo lo vendette ai Mezner (1476), che a loro
volta lo vendettero ai Römer. L'ampliamento più sostanziale fu voluto proprio
dalla famiglia Römer verso la metà del XVI secolo: le altre quattro torri e gli
affreschi nella sala dei cavalieri, nelle torri e nella cappella risalgono a
quel periodo, così come il fossato di cinta col ponte. Gli autori dei numerosi
affreschi sono ignoti, ma sono senz'altro riferibili alla corte dell'Arciduca
Sigismondo. I temi degli affreschi sono biblici, ma anche araldici. Anche come
riconoscimento per questi lavori, ai Römer fu concesso il titolo di baroni
dall'arciduca Ferdinando II d’Austria. Passato per matrimonio agli Hendl, il
castello nel XVII secolo passò prima al convento di Stams, poi a Guidobaldo di
Thun, arcivescovo di Salisburgo. I Thun lo possedettero fino al 1851,
acquistato da Anna Sarnthein. Quest’ultima lo affittò all'erario e Castel
Mareccio divenne per oltre mezzo secolo deposito d'armi. Dopo l'annessione all'Italia
divenne sede dell'Archivio di Stato, ma la condizione della costruzione era
tale che si rese necessaria una profonda ristrutturazione (1930-1931). Negli Anni
Ottanta l'Archivio fu spostato altrove. Il maniero venne acquisito allora dall'Azienda
di Soggiorno e Turismo di Bolzano che lo destinò, dopo un attento ed
impegnativo restauro sia delle strutture che degli affreschi, a sede di
convegni, mostre ed eventi. Le sue antiche sale impreziosite da affreschi,
adeguatamente ristrutturate e dotate di avanzate tecnologie congressuali,
possono ospitare fino a 200 persone e sono sicuramente una delle strutture più
interessanti ed esclusive per ospitare incontri aziendali, banchetti, seminari,
conferenze, serate culturali, concerti e mostre. Su una parete al secondo piano
della torre di Castel Mareccio è presente il Sator simbolo dell'Impero Romano,
accessibile solo accompagnati dal personale. Si tratta di un gioco di parole che si possono leggere in tutte e
quattro le direzioni, in entrambi i sensi. La traduzione letterale significa "il seminatore Arepo tiene con
la sua opera le ruote" oppure "il seminatore col suo lavoro tiene
(guida) le ruote (dell'aratro)" ma la frase risulta di difficile
comprensione. La stessa formula la si trova due volte a Pompei nella zona
sepolta dall'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., sulla parete esterna del Duomo
di Siena, in chiese, conventi, castelli dell'Alta Italia, in Francia, in Gran
Bretagna, nella vecchi Buda (H) ed in Cappadocia. Le parole comprese nel
quadrato magico potrebbero avere un significato
di matrice cristiana, essendo contenute per ben due volte le parole
Pater Noster A O, ovvero Pater Noster Alfa e Omega. Esso veniva anche portato
al collo dai cristiani durante le persecuzioni nell'epoca classica quale segno
di riconoscimento comune, nonchè a scopo protettivo ed a ricordo del fatto di
essere figli del Padre nei cieli. La ragione per cui il quadrato
"magico" o meglio "sacro" sia finito a resta un mistero. Si
sa solo che fu collocato nella torre a seguito della ristrutturazione del
castello effettuata nel 1550 da parte della famiglia nella stanza che si
presume essere stato il locale destinato al soggiorno delle guardie o l'ufficio
del comandante.
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Chi volesse approfondire, può visitare il seguente link: http://www.mareccio.info/mareccio_it/storia.asp
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