sabato 18 maggio 2013

Il castello di sabato 18 maggio





BOLZANO – Castel Mareccio

Situato nel centro storico di Bolzano, per la sua posizione è da considerare una residenza, piuttosto che una costruzione di difesa. Il nucleo più antico, la torre principale, fu fatto costruire da Berthold von Bozen (Bertoldus Bauzanarius), capostipite della famiglia Maretsch, nel 1194. Il suo casato faceva parte dei vassalli dei Conti di Tirolo ed inoltre lui stesso era giudice di Bolzano. Nei secoli successivi si susseguirono diverse fasi di ampliamento, fra le quali la costruzione del muro di cinta. Inoltre, fino al 1650, il castello era dotato anche di un fossato perimetrale con acqua. Il ramo bolzanino dei Mareccio si estinse, passando al ramo di Naturno e di qui, per matrimonio, alla famiglia Reifer. Quando era di proprietà di Christofer Reifer, questi disobbedì al duca Sigismondo il Danaroso (conosciuto anche come Sigismondo il Ricco) e fu per questo imprigionato e costretto a pagare una multa che comprendeva la cessione al duca del castello e delle sue adiacenze. Sigismondo lo vendette ai Mezner (1476), che a loro volta lo vendettero ai Römer. L'ampliamento più sostanziale fu voluto proprio dalla famiglia Römer verso la metà del XVI secolo: le altre quattro torri e gli affreschi nella sala dei cavalieri, nelle torri e nella cappella risalgono a quel periodo, così come il fossato di cinta col ponte. Gli autori dei numerosi affreschi sono ignoti, ma sono senz'altro riferibili alla corte dell'Arciduca Sigismondo. I temi degli affreschi sono biblici, ma anche araldici. Anche come riconoscimento per questi lavori, ai Römer fu concesso il titolo di baroni dall'arciduca Ferdinando II d’Austria. Passato per matrimonio agli Hendl, il castello nel XVII secolo passò prima al convento di Stams, poi a Guidobaldo di Thun, arcivescovo di Salisburgo. I Thun lo possedettero fino al 1851, acquistato da Anna Sarnthein. Quest’ultima lo affittò all'erario e Castel Mareccio divenne per oltre mezzo secolo deposito d'armi. Dopo l'annessione all'Italia divenne sede dell'Archivio di Stato, ma la condizione della costruzione era tale che si rese necessaria una profonda ristrutturazione (1930-1931). Negli Anni Ottanta l'Archivio fu spostato altrove. Il maniero venne acquisito allora dall'Azienda di Soggiorno e Turismo di Bolzano che lo destinò, dopo un attento ed impegnativo restauro sia delle strutture che degli affreschi, a sede di convegni, mostre ed eventi. Le sue antiche sale impreziosite da affreschi, adeguatamente ristrutturate e dotate di avanzate tecnologie congressuali, possono ospitare fino a 200 persone e sono sicuramente una delle strutture più interessanti ed esclusive per ospitare incontri aziendali, banchetti, seminari, conferenze, serate culturali, concerti e mostre. Su una parete al secondo piano della torre di Castel Mareccio è presente il Sator simbolo dell'Impero Romano, accessibile solo accompagnati dal personale. Si tratta di un gioco di parole che si possono leggere in tutte e quattro le direzioni, in entrambi i sensi. La traduzione letterale significa "il seminatore Arepo tiene con la sua opera le ruote" oppure "il seminatore col suo lavoro tiene (guida) le ruote (dell'aratro)" ma la frase risulta di difficile comprensione. La stessa formula la si trova due volte a Pompei nella zona sepolta dall'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., sulla parete esterna del Duomo di Siena, in chiese, conventi, castelli dell'Alta Italia, in Francia, in Gran Bretagna, nella vecchi Buda (H) ed in Cappadocia. Le parole comprese nel quadrato magico potrebbero avere un significato di matrice cristiana, essendo contenute per ben due volte le parole Pater Noster A O, ovvero Pater Noster Alfa e Omega. Esso veniva anche portato al collo dai cristiani durante le persecuzioni nell'epoca classica quale segno di riconoscimento comune, nonchè a scopo protettivo ed a ricordo del fatto di essere figli del Padre nei cieli. La ragione per cui il quadrato "magico" o meglio "sacro" sia finito a resta un mistero. Si sa solo che fu collocato nella torre a seguito della ristrutturazione del castello effettuata nel 1550 da parte della famiglia nella stanza che si presume essere stato il locale destinato al soggiorno delle guardie o l'ufficio del comandante.
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Chi volesse approfondire, può visitare il seguente link: http://www.mareccio.info/mareccio_it/storia.asp

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