TRICARICO (MT) – Torre normanna
Nell'ambito
del patrimonio architettonico della città costituisce, insieme con la
cattedrale ed il palazzo ducale, uno degli elementi più importanti. Alta 27
metri, con pareti che superano, in diversi punti, i 5 metri di spessore, orlata
di beccatelli, caditoie ed archetti di coronamento, si sviluppa su 4 livelli e
svetta sulla parte sommitale di un costone roccioso sul quale è edificato il
quartiere Monte. La torre costituiva il cosiddetto "maschio" del
castello del quale faceva parte, la cui prima fortificazione risale al IX-X
secolo e successiva riedificazione in epoca normanno-sveva. Il solo castello, posto
all'estremo margine sud della città, venne donato alle Clarisse (suore di
clausura) nel 1333 per farvi un convento, a seguito del trasferimento dei
feudatari in un nuovo castello (oggi palazzo ducale) collocato al centro
dell'abitato. La torre, invece, continuò ad avere una funzione militare fino al
‘600, in quanto inserita nel sistema difensivo della città fortificata. In
epoca angioina venne costruita alla sua base una "scarpa" per
rafforzarne le capacità di difesa. Fino al 1605 (epoca cui risale la
celeberrima stampa di Tricarico inserita nella raccolta totius urbium
praecipuarum mundi) vi era ancora buona parte della merlatura, in seguito
eliminata. Dalla sua sommità si domina un territorio molto vasto che si spinge,
verso nord-ovest, fino al monte Vulture e, verso nord-est, fino alla Puglia. Sulla
sommità, sebbene non vi siano muri intorno e gli archetti di coronamento siano
quasi allo stesso livello del pavimento, se ci si mette sulla pietra posta al
centro della superficie, si sente la propria voce rimbombare come se si fosse
in una caverna. Il monastero di suore di clausura precedentemente menzionato, fu
fondato da Sveva, contessa di Tricarico e vedova di Tommaso Sanseverino.
Dapprima sotto il titolo dei SS. Pietro e Paolo, poi di S. Chiara, questa
comunità monastica, le cui suore provenivano dalle nobili famiglie di Tricarico
e di altri centri regionali, ebbe sempre cospicue rendite dal suo ricco
patrimonio immobiliare ed agrario e fu titolare del feudo di Gallipoli di
Montagna. Soppresso il monastero nel 1860, la complessa struttura
architettonica divenne, nel 1930, sede del Convento delle Discepole di Gesù
Eucaristico che svolgono, a tutt’oggi, un’azione educativa attraverso le scuole
che gestiscono. Contigui alla torre, è stata dichiarata monumento nazionale nel
1931sono, sul lato ovest, una torretta minore e tratti di spesse mura sotto le
quali si stendono cantine ipogee.
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