LISCIANO NICCONE (PG) – Castello di Reschio
E' ubicato al confine regionale, nel comune di Lisciano
Niccone, a nord delimitato dal torrente Niccone, ad est lo bagna il fiume Marte
che sfocia nel Niccone. Il castello è cinto da alte mura, all'interno delle
quali si trovano il palazzo signorile e le torri. Sotto la torre principale sono
visibili ancora le carceri e la chiesa parrocchiale dedicata a San Michele
Arcangelo. Il castello ha una sola grande porta d'ingresso. Fu costruito prima
dell'anno 1000 ed appartenne nel 1200 ai marchesi del Monte. In epoca medievale
fu oggetto di contesa tra i signori di Perugia, Firenze e Città di Castello per
via della sua posizione strategica. Si ha notizia, infatti, che nel 1202
Uguccione e Guido, figli del marchese Raniero, concessero e sottomisero a
Perugia, tra le altre, la zona di Reschio. Il Rossi ci dice che "nel 1313
questo castello fece lega con i comuni di Preggio, Tisciano e Lisciano per
investire il castello Fiume nel vicino Piano di Marte e l'atterrarono, ma ciò
assai dispiacque alla città di Perugia che furono costretti a rifarlo". Si
legge pure che nel 1384 ne era padrone il Montemelini, e che nel 1500 vi viveva
Francesco Montemelini. Sembra però che nel 1455 gli sia stato tolto da Mariotto
da Montone, ma che Perugia abbia inviato soldati e lo abbia riconquistato. Con
la morte di detto Mariotto fu ripreso dai Montemelini, ma per due anni
solamente, perché fu preso da Braccio Fortebraccio di Montone. Chi riuscì a
toglierlo a Fortebraccio è ignoto; è certo però, che vi furono riammessi i
Montemelini, perché, come sopra si è scritto, nel 1500 ne erano i signori. Da
una iscrizione sopra la gran porta risulta che questo castello nel 1601 era di
proprietà della famiglia Cesi Romana, perché dal vescovo di Todi Angelo Cesi fu
donato al pronipote Chiappino, ma non si sa se la donazione sia stata
contemporanea alla compera o se la compera sia stata fatta antecedentemente.
L'iscrizione è la seguente: "ANGELUS
CAESIS ROMANUS EPISCOPUS-CASTRUM HOC RESCHII AERE SUO EMPTUM-COMITI CHIAPPINI
FEDERICI CAESI F.-EIUSQUE PRONEPOTI DONAVIT.-ANNO SALUTIS 1601". In seguito passò ai Marchesi Bichi
Ruspoli di Siena che nel 1880 circa, morto l'ultimo di loro senza discendenti, nominarono
loro erede il marchese Forteguerri di Siena. Attualmente è di proprietà dei
Conti Bolza, che ne hanno curato il restauro e la ristrutturazione. Sparse
nella proprietà intorno al Castello, ci sono 50 case coloniche, antiche come il paesaggio che le circonda. Venti di queste
sono state restaurate per una clientela internazionale in cerca di una casa
privata da comprare o da affittare come stanza di un prestigioso boutique luxury hotel immersa nella vegetazione. Vi è un sito web per chi volesse
saperne di più, ma è in inglese...
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