SUBBIANO (AR) – Castello Della Fioraia in frazione Castelnuovo
Allo sbocco dell'Arno, nella pianura che si allarga verso Arezzo, sorge in
bella posizione panoramica Castelnuovo di Subbiano, con la massiccia mole del
castello dominato dall'alta torre a controllo strategico della vallata. Il castello,
posto sopra una rupe, si vede da lontano incorniciato dai cipressi e per
arrivarci occorre lasciare la strada statale 71 umbro-casentinese. Il parco ai
piedi dell’edificio è ricco di piante ed essenze del luogo alle quali si
mischiano grandi palme che conferiscono all'insieme un aspetto tipico dei primi
decenni del novecento. E’ un castello un po' anomalo rispetto agli altri esempi
nel Casentino, molto romantico nell'aspetto esteriore, con forme chiaramente
del XV secolo, epoca in cui fu ricostruito. Le sue prime notizie risalgono al
1022 quando era conosciuto come Vico di Sesto, nome di origine romana forse
indicante il sesto miglio di distanza da Arezzo. Con Caliano, Bibbiano,
Subbiano, La Nussa e Montegiovi faceva parte del sistema difensivo longobardo.
Il castello ebbe vicende storiche tormentate che culminarono nel 1130 con la
sua distruzione ad opera del governo dei consoli aretini in guerra contro il
potere vescovile e l'abate di Santa Fiora. Furono i monaci benedettini, aiutati
dai canonici e dai nobili di Petrognano, a ricostruirlo e gli diedero il nome
di Castelnuovo, ma nel 1170 fu distrutto di nuovo e poi ricostruito, finchè nel
1400 ceduto dalla Signoria di Firenze a Simone Della Fioraia ambasciatore di
Firenze come ricompensa per le sue imprese diplomatiche. I nobili Della Fioraia
ne mantennero la proprietà fino alla fine del Settecento ed apportarono
numerose modifiche e migliorie al corpo originario per adattarlo all'esigenza
di farne la sede dei loro interessi familiari. La fortificazione è
caratterizzata da un'alta e massiccia torre quadrata merlata, con coronamento
aggettante a beccatelli e con le caditoie sotto le arcatelle che sorreggono lo
sporto, circondata da un ampio recinto fortificato rettangolare, del quale la
parte occidentale conserva ancora tracce della forma primitiva medievale. Tutto
l'impianto originario è stato oggetto di numerose trasformazioni nel corso
degli anni, la più pesante delle quali avvenne nel settecento, quando il
maniero fu praticamente trasformato in residenza signorile. Oltre alla torre,
anch'essa rimaneggiata, la corte interna è l'elemento che più mantiene
inalterato il carattere medievale, seppure parzialmente rinnovato in caratteri
neogotici, da notare come la scala del cortile interno riprende le forme di
quella del cortile del Castello di Poppi. Anche la porta, detta 'Porta
Vecchia', è ben conservata e ai suoi lati sono murati gli stemmi di nobili
famiglie della zona. La cappella del castello è stata stata affrescata nei
primi anni del ‘500 da un allievo di don Agnolo di Lorentino, le cui opere sono
molto comuni nelle chiese del contado aretino. All’interno del corpo quadrangolare
posto di fianco alla torre vi è un atrio ristrutturato in stile neogotico e in
cui si trovano alcuni frammenti di sculture in arenaria risalenti ad epoca
medioevale. Attualmente solo il parco e la resede esterna al castello sono accessibili.
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