GENOVA – Forte Sperone
E' un'opera fortificata compresa nelle "Mura Nuove" a difesa della città, costruita sulla cima del monte Peralto (m 489), nel punto d’incontro dei due rami della cinta difensiva. Proprio l’unione delle due mura, quella sul versante della Val Polcevera e quella sul versante della Val Bisagno, dà luogo ad un particolare bastione angolare, la cui forma assomiglia alla prua di una nave, dal quale deriva il nome del forte. Per la sua posizione dominante, era una delle strutture più importanti delle fortificazioni di Genova. Il forte ha una struttura complessa, su tre distinti livelli ad altitudini diverse. Il primo livello, quello in cui si apre l’ingresso principale, ospita magazzini, locali di servizio e cisterne; al secondo livello vi erano gli uffici e le camere per ufficiali e graduati, al terzo gli alloggiamenti per i soldati. La struttura ospitava una guarnigione di circa 300 soldati, che potevano arrivare a 900 in caso di necessità. L’importanza del forte era testimoniato dalla consistenza dei suoi pezzi d’artiglieria: 18 cannoni di varie dimensioni, nove obici e numerosi pezzi di dimensioni minori. La presenza sulla cima del monte o nei suoi pressi di una fortezza ghibellina, costruita inizialmente in legno e poi di pietre, chiamata “Bastia del Peralto”, è documentata dal 1319. Nel 1530 il Senato della Repubblica di Genova stanziò la somma di 7.400 lire per la ricostruzione di una piccola fortezza bastionata triangolare sul luogo della Bastia. Questa costruzione fu inglobata nelle Mura Nuove all’epoca della loro costruzione (1629-1633). Durante l’assedio austriaco del 1747, per difendersi meglio dagli attacchi, il Sicre decise di costruire all'interno dei bastioni il forte; fu eretta una struttura sopraelevata rispetto alle mura stesse, per aumentare la potenza di fuoco del bastione, e vennero quindi creati alloggi per i soldati, alcune cisterne ed una caserma. Nel 1796 erano ancora in corso i lavori per il completamento della caserma ideata dal Sicre, contemporaneamente a lavori di ordinaria manutenzione. Nello stesso periodo la caserma fu ampliata con l'inserimento di due ali con tetto a falde, perpendicolari ad essa. I progressivi ampliamenti si protrassero fino al 1830 e la struttura andò assumendo l’aspetto che ancora oggi possiamo osservare. Porta o Poterna Sperone, durante l'assedio del 1800 fu chiusa per ordine del generale Massena perché "mal difesa e facile a sforzarsi". Questo era, originariamente, l'unico percorso d'accesso al Diamante ed ai Due Fratelli. Alla Poterna è legata la storia dell'inesistente passaggio segreto collegante il Forte con il Diamante. In epoca napoleonica furono progettati una serie di bastioni rivolti verso l’interno delle mura, per la difesa del forte da eventuali sommosse popolari. Questa cortina, nella quale fu inserito il monumentale portale d’ingresso, fu poi costruita dal Genio Militare Sardo dopo il 1815. Il portale d’ingresso, sovrastato da uno stemma sabaudo in marmo di Carrara, è dotato di ponte levatoio, ancora presente con il suo meccanismo di sollevamento. Nel 1823 un’apposita commissione preparò lo studio per un progetto, mai realizzato (probabilmente a causa dei costi altissimi che avrebbe comportato), per integrare in un’unica cittadella le tre fortificazioni del Peralto (Castellaccio, Sperone e Begato). Nel marzo 1849, durante i moti, il Forte era occupato dalle truppe regie. Per ottenerne la consegna alla Guardia Nazionale, fu preso in ostaggio l'Intendente Generale; i forti Begato e Sperone furono prontamente ceduti agli insorti i quali alla fine però dovettero arrendersi e restituire il maniero alle truppe regie. La sera del 29 giugno 1857 fallì anche il tentativo d'impossessarsi del fortilizio da parte di una quarantina di sostenitori delle idee mazziniane. Questi giunsero a sfiorarne le mura, ma un grido d'una sentinella diede l'allarme; gli assalitori quindi fuggirono. Nell'ottobre 1862 a Forte Sperone vennero rinchiusi alcuni prigionieri garibaldini. Dopo la dismissione delle fortificazioni genovesi, decisa nel 1914, durante la prima guerra mondiale nel forte furono ospitati prigionieri di guerra di etnia croata e serba. Nel 1918 il carcere passò sotto la responsabilità di Francesco Calì. Dal 1958 al 1981 fu utilizzato come caserma della Guardia di Finanza e, successivamente, preso in consegna dal Comune di Genova, che vi organizza manifestazioni culturali nel periodo estivo. Dal 1991 a Forte Sperone si svolgono rappresentazioni teatrali e sono possibili, inoltre, visite guidate da marzo a novembre. La struttura è oggetto di continua manutenzione da parte del Comune di Genova. I locali, benché siano abbandonati, sono ottimamente conservati; talvolta vi si possono riconoscere ancora le antiche destinazioni d'uso, come il tempietto religioso. Del Forte esisteva anche una riproduzione in terracotta, purtroppo andata persa, inviata all'Associazione Nazionale Combattenti nel 1957 da un ex coatto austriaco rinchiuso nella struttura. Il complesso è raggiungibile dal Righi percorrendo via del Peralto, dalla quale si distacca una breve strada che porta all’ingresso principale. All'interno delle sue mura si aggirerebbero alcuni fantasmi: quello di un bruto, di un cane nero e di una pastorella. La loro storia è antica, tragica e sanguinaria. Nel VII secolo una giovane e bella pastorella portò il suo gregge a pascolare sui prati del monte Peralto. Lì si fece ingenuamente attirare in un luogo isolato da un misterioso individuo che scambiò per un cacciatore o un collega pastore: l'uomo infatti era accompagnato da un grosso cane nero. Una volta soli e appartati l'uomo si rivelò per il bruto che era: picchiò, violentò e uccise la ragazza squarciandole la gola con un morso.
Poi si dileguò nel nulla, sempre accompagnato dal suo fidato animale. Il corpo della pastorella venne trovato tempo dopo, straziato in modo orrendo, da alcuni contadini. Oltre mille anni dopo, a cavallo tra il XIX e il XX secolo, nel corso di una seduta spiritica tra le mura di Forte Sperone, un fantasma "dal brutale aspetto" si rivelò ai partecipanti: era il violento assassino, che raccontò di avere da tempo in quei luoghi (gli stessi delle sue malefatte) la sua nuova dimora. Costretto a vagare lì attorno per sempre, non sarebbe solo in questo suo infinito tormento. Gli fanno "compagnia" lo spirito del suo vecchio amico a quattro zampe e il fantasma della ragazza assassinata. I tre spiriti vengono spesso visti alle prime luci dell'alba, più frequentemente nei periodi invernali. Un terribile cane, nero come la pece, un omone trasandato e dallo sguardo trucido, una ragazza pallida e vestita di stracci sporchi di sangue, col volto orrendamente sfigurato e la gola squarciata. A volte girano da soli, a volte in gruppo, tanto che potrebbero essere scambiati per amici o parenti anzichè vittima e carnefici. Altre notizie ancora al seguente link: http://www.fortidigenova.com/sperone.html
Fonti: http://it.wikipedia.org, http://www.icastelli.it, http://ww1.zenazone.it, http://www.forti-genova.com, http://www.caivercelli.it, Liguria Misteriosa di Valerio Lonzi http://blog.libero.it/genovaneiricordi/7543577.html
www.latelanera.com
Foto da: http://ww1.zenazone.it e http://it.wikipedia.org
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