ARCEVIA (AN) – Castello di Nidastore
Il castello di Nidastore – "nido degli
astori", ossia dei falchi che venivano usati per la caccia nel Medioevo –
è il più settentrionale dei nove di Arcevia, ai confini con la provincia di
Pesaro. Nidastore sorse verso la metà del XII secolo e fu da sempre conteso tra
il Vescovo di Fossombrone e Rocca Contrada. Nel 1232 entrò nella sfera di
potere di Arcevia, tuttavia Nidastore non volle mai assoggettarsi completamente
e i documenti d'archivio testimoniano di continue ripetute ribellioni, tra cui
quella del 1430 che portò alla completa distruzione del castello, poi
ricostruito a spese di Arcevia. Nel 1408 il castello venne concesso al nipote
del Vescovo, Raniero di Taddeo dei Ranieri di Pesaro, che venne ucciso da
fuoriusciti da Rocca Contrada. A questa vicenda è legata la tradizione secondo
cui il Ranieri sarebbe stato ucciso dagli stessi abitanti di Nidastore, guidati
da Cecco di Tocco, in seguito alla pretesa dello stesso di esercitare lo jus
primae noctis sulle loro spose (dopo la cerimonia e il banchetto, arrivava la
carrozza del conte per prelevare la sposa e portarla nella sua alcova). La
testa del conte venne gettata nel pozzo del castello e il vescovo di
Fossombrone, pur biasimando quell'omicidio, riconobbe la proprietà dei beni del
conte agli uomini di Nidastore, sia come risarcimento dei gravi affronti
ricevuti sia come naturale diritto alla successione; infatti alcuni giovani
nidastoresi erano figli del conte. Nel 1460 Sigismondo Malatesta, signore di
Rimini e nemico acerrimo della Chiesa, si impadronì di Nidastore dopo aver
messo in fuga le truppe papali comandate dal vescovo di Corneto, Bartolomeo
Vitelleschi. Nel 1462 il castello fu definitivamente riconosciuto a Rocca
Contrada da Pio II. L’abitato attuale risale alla seconda metà del ‘400, quando
Rocca Contrada, dopo varie distruzioni, ebbe l’obbligo di riedificare il
castello: da notare la cinta muraria ben conservata su cui poggiano
direttamente le abitazioni e alcuni palazzi con portali cinquecenteschi e
seicenteschi in ottimo stato di conservazione.
Fonti: http://it.wikipedia.org,
http://www.arceviaweb.it, http://www.visit-marche.info, http://www.icastelli.it
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