domenica 15 settembre 2013

Il castello di domenica 15 settembre





LATERZA (TA) – Palazzo Marchesale

L'abitato attuale sorse con tutta probabilità intorno all'anno 1000. Inizialmente fu parte integrante del territorio di Matera e solo verso il 1200 il feudo laertino venne connesso definitivamente da Federico II ai prelati baresi. Successivamente divenne parte integrante del Principato di Taranto e fu governato da vari feudatari. Nel 1280 circa, Laterza ed altri feudi limitrofi furono donati da Carlo I d’Angiò a Narjot de Toucy. Nonostante le contese con l'arcivescovo di Bari, la famiglia dei Toucy governò Laterza sino al 1294 anno in cui il casale venne infeudato a Filippo d’Angiò, principe di Taranto. Dal 1292 al 1463 il feudo di Laterza fece parte del principato di Taranto. È da far risalire probabilmente a questo periodo la costruzione dell’antico castello, voluto dai Tarantini per affermare e difendere il loro possesso su questa terra. Un’ iscrizione dei capitelli del portale d'ingresso riporta il 1393 come probabile anno di edificazione del maniero, di cui è rimasto il covo sotterraneo, che conduceva verso il paese vecchio e propriamente verso la Chiesa della Vittoria e serviva di uscita per eventuale bisogno di salvezza. Di questo cunicolo, profondo oltre 2 mt. sull'attuale piano stradale, tutti ne sostenevano l'esistenza ma nessuno lo aveva mai visto. Solo nel 1927, durante la costruzione della conduttura, che dà acqua alla fontanina dirimpetto al vicolo, che conduce alla Chiesa della Vittoria, si poté vedere intersecare lo scavo per la conduttura con questo cunicolo profondo mt. 2 e largo poco più di mt. 1. Seguiva la direzione verso l'odierno Palazzo Marchesale, ma non si sa dove arrivava da ambo le parti. Si ipotizza che con ogni probabilità il tunnel sbucasse verso la Gravina sita alle spalle della Vittoria, dove erano facili e non viste una sortita od una fuga dal castello. Questo vecchio cunicolo fu conservato ed adibito allo stesso uso dai d'Azzia, investiti del marchesato di Laterza nel 1536 nella persona di Don Pietro Antonio d'Azzia, i quali  nel 1548, decisero di demolire il vecchio Castello tarantino, ridotto a rudere sempre più cadente ed inabitabile (nonché non più rispondente alle esigenze dei nuovi tempi ed ai nuovi mezzi di guerra), e di edificare sul suo suolo l'attuale Palazzo Marchesale, degna e signorile dimora. Un’ iscrizione risalente proprio al 1548 è incisa in uno stemma bipartito in pietra bianca posto all'ingresso. Il palazzo, così come già il precedente castello, necessitava sul lato nord di notevoli misure difensive, mentre sul versante sud dovevano risultare sufficienti i dirupi della gravina, una difesa naturale e impenetrabile per l’intero abitato. Risultavano dunque ubicati sul versante posto a nord della precedente struttura, un fossato, un ponte levatoio, mura merlate e feritoie. Oggi in Via Asilo ancora esiste parte del largo e profondo fossato, posto a destra della porta di entrata, lungo mt. 34 e largo mt. 14,50 e questo continuava a sinistra di essa con identico fossato, che era lungo mt. 36,50 e largo mt. 15,50; poi il marchese d'Azzia lo occupò e vi edificò quelle case parecchio profonde dal livello stradale di via Asilo mentre il fossato tutto l'aveva costruito l'Università, a maggiore protezione dell'abitato da assalti nemici. Dalla prima porta in via Asilo alla seconda, proprio del palazzo, vi era un ponte levatoio, a destra ed a sinistra del quale vi era completata ed ora in parte, una spianata chiusa da merli e feritoie, che tuttora esistono solo dirimpetto all'asilo infantile, quale vera fortezza, che con la chiusura del ponte ne garantiva la difesa e l'offesa. Dalla seconda porta, a sesto acuto come l'altra a sud, si accede ad un vasto atrio, dove hanno adito stalle, magazzini ed altre comodità. Dalla scala signorile, a vari ripiani, si sale al vano superiore ed anche nell' intermedio, fra questo ed il terreno vi sono grandi ed asciutti magazzini, capaci di conservare grandi quantità di cereali, che la casa marchesale ricavava dai suoi vasti possessi. Al piano superiore a destra vi è la porta che dà accesso agli appartamenti; ha due file di stanze parallele, che occupano il lato nord del palazzo, come ugualmente il lato sud, ambedue congiunti ad ovest con l'ampio salone, o sala d'armi ed altri vani; ad oriente vi spazia poi un grande solaio, da cui si gode la vista della sottostante piazza, della campagna e del paese giacchè, fra i diritti feudali vi era quello, che nessun fabbricato privato dei cittadini poteva sorpassare il livello del palazzo, impedendone la visuale. Il Palazzo, costruito quasi interamente con pietra grezza, è lungo al lato nord ed al lato sud mt. 39. La facciata est è quella più rimaneggiata. Quella a sud, ricca di motivi architettonici rinascimentali, conserva ancora un balcone delle stanze superiori, affacciandosi al quale il marchese comunicava al popolo le sue decisioni. Sulla facciata a nord sono invece presenti le finestre inferriate, che servivano a dar luce alle prigioni del palazzo. All'interno è possibile ammirare l'affresco raffigurante Sant'Anna, scelta dovuta sicuramente ad Anna Capece, moglie di Nicolò Perez-Navarrete, ultimi signori di Laterza fino al 2 agosto 1806. Nel 1986 la dimora signorile fu ceduta al Comune di Laterza. L'amministrazione comunale è intervenuta con lavori di recupero e restauro del palazzo, convinta dell'importanza che tale struttura riveste dal punto di vista storico-architettonico e turistico. Al pianterreno vi sono inoltre due grandi rimesse attualmente adibite a taverne; ha anche un numero imprecisato di scantinati, con finalità di nascondigli, e la fantasia popolare vede anche trabocchetti, sul cui parco sono irti pugnali e ferri acuminati, sui quali erano precipitati dall'alto i condannati della ferocia baronale. Si suppone anche che siano esistite antiche carceri e supplizi dei condannati. Questo edificio accende nella fantasia popolare la ricostruzione della vita sfarzosa di quei feudatari e la fa collegare subito alle loro prepotenze e alle sopraffazioni di ogni elementare diritto umano.


La foto l’ho scattata io qualche anno fa, durante una mia vacanza in zona….

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