CAPRANICA (VT) – Castello Anguillara
I primi insediamenti sul territorio dell'attuale
Capranica risalgono all'epoca etrusca, ma le prime notizie certe si collocano
intorno al 1050. Fino al 1300 Capranica fu posta, come i comuni limitrofi,
sotto la giurisdizione del convento sutrino dei SS. Cosma e Damiano. Nel 1305 fece
la sua apparizione nel borgo la famiglia Anguillara, che lo rese uno dei più
importanti dell'epoca. Nel 1337, sotto Orso degli Anguillara, soggiornò a
Capranica Francesco Petrarca (1304-1374), all'epoca al servizio del Cardinale
Giovanni Colonna nei pressi di Avignone. Il Petrarca era stato invitato a Roma
nel dicembre del 1336 dal suo amico Vescovo Giacomo Colonna e - imbarcatosi a
Marsiglia il 21 dicembre, era sbarcato a Civitavecchia nei primi giorni del
gennaio 1337 ma, trovandosi in territorio nemico ai Colonna ed essendo tutte le
strade verso Roma chiuse dai nemici della famiglia romana (come lui afferma in
una lettera scritta dal castello di Capranica al Cardinale Giovanni Colonna ad
Avignone) - giunse nel castro di Capranica dove trovò rifugio nel castello (per
motivi di sicurezza vi rimase per oltre un mese e mezzo), ospite del Conte Orso
degli Anguillara (nipote di Pandolfo II) e di sua moglie Agnese Colonna, sorella
del Cardinale Giovanni. Verso la fine di febbraio, scortato dai due fratelli Giacomo
e Stefano Colonna e dai loro soldati, il Petrarca riprese il viaggio per Roma.
Orso, uno dei personaggi più notevoli della sua casata, fu l'unico conte a
risiedere stabilmente nel castello. In questo periodo, venne ampliata la rocca
da dove i conti pianificavano le loro scorribande. Infatti, in quel periodo e
in seguito, soprattutto sotto il conte Everso, Capranica espanse la sua
influenza sui territori circostanti e venne coinvolta nella guerra che i conti
combatterono contro i Prefetti di Vico per tutto il XIV secolo. L'ultimo conte
degno di nota fu appunto Everso che, nel 1435, combattè a fianco di Papa
Eugenio IV per cacciare l'ultimo prefetto Giacomo di Vico ed i suoi due figli
Menelao e Securanza. Nel 1465 i successori di Everso, Deifobo e Francesco,
venuti alle armi con Papa Paolo II provocarono la sollevazione di Capranica e
dei borghi controllati e, in seguito, la caduta degli Anguillara il 7 luglio
1465. Papa Paolo II ordinò che fosse distrutto il loro castello, di cui la
parte più antica era stata innalzata su iniziativa del Conte Pandolfo II
Anguillara intorno al 1285; inoltre il pontefice donò a Capranica un cardinale
governatore che rese il borgo il capoluogo del governatorato. Scoppiata in
Roma, nel 1484 una grave pestilenza sotto Innocenzo VIII, Capranica fù
letteralmente invasa da prelati e laici per sfuggire al pericoloso contagio. La
sua posizione ai piedi dei Monti Cimini, la salubrità dell'aria, la varietà e
la bontà delle sue acque rinomate fin dai tempi antichi, la resero celebre e
cara a tutta la corte pontificia. Nella notte tra il 6 ed il 7 dicembre del
1527 vi riparò Clemente VII, fuggito da Roma ed in viaggio verso Orvieto. Per
un certo periodo di tempo il governatorato ebbe la stessa ampiezza territoriale
dei domini anguillareschi. Sotto i cardinali-governatori il paese venne
ampliato e, soprattutto prima del 1700, vi furono costruiti i palazzi più
importanti. Nel 1831 Papa Leone XII tolse a Capranica il titolo di capoluogo. Pochi
anni, durante alcune indagini di approfondimento inerenti a uno studio su un
antico bassorilievo del Trecento che ricorda un matrimonio celebrato tra le
famiglie dei Conti degli Anguillara di Capranica e gli Orsini Conti di Sovana e
Pitigliano ( bassorilievo che presenta un'insolita iconografia di origine
pagana ) è stata individuata parte dell'ala est del castello duecentesco degli
Anguillara. Si tratta di un muro alto circa 17 metri e largo 8 che presenta una
caratteristica muratura del XIII secolo, a "libretto", abbastanza
diffusa nella provincia di Viterbo e che ritroviamo anche, in modo evidente,
all'interno di Castel S. Angelo a Roma su un alto muro databile tra il 1260 e
il 1270. La parete est individuata presenta tre livelli abitativi ed era molto
probabilmente l'ala del castello destinata a caserma della guarnigione: un
seminterrato, adibito a magazzini e deposito di armi, un piano terra, al
livello della grande porta d'ingresso al paese, e un piano superiore; ogni
piano doveva essere alto circa sei metri e, probabilmente, i soffiti erano
realizzati con volte a crociera. In base a documenti notarili della seconda
metà del Trecento, rintracciati e conservati nell' archivio di Stato di
Viterbo, risulta che nell'ala del maniero destinata a quartiere residenziale
della famiglia - maniero che copriva una superficie totale in pianta, compresi
i cortili interni, di circa 2.000 metri quadrati - esisteva al piano nobile una
loggia che doveva essere situata sul lato sud verso l'abitato, una sala
maggiore di rappresentanza e una cappella privata; a questo aggiungiamo le
camere da letto e i servizi privati della famiglia e sicuramente uno o due
studioli che si ritiene dovessero essere affrescati così come la sala maggiore
e la cappella; è molto probabile che anche il quartiere nobile dovesse
svilupparsi su tre livelli abitativi. Di questo grande castello si era perduta
ogni traccia, ritenendo che nel corso dei secoli non fosse rimasto nulla di
esso a parte una piccola sala rinascimentale, databile intorno al 1450 e
costruita su iniziativa del Conte Everso degli Anguillara ristrutturando una
precedente ala trecentesca sul lato ovest del palazzo.
Fonti: Articolo di Carlo Maria D’Orazi su http://mattinopadova.gelocal.it, http://it.wikipedia.org, http://www.lacortedeglianguillara.it,
http://www.sacramentocapranica.it
Foto di Croberto68 su http://it.wikipedia.org
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