FORMIGINE (MO) - Castello Pio
“Castrum Formiginis aedificatum fuit per Commune Mutine” (il
Comune di Modena edificò il castello di Formigine): è questa la prima
segnalazione scritta sulla fondazione del castello, riportata da Ludovico
Antonio Muratori nella “Raccolta degli Storici Italiani”. L’anno a cui si
riferisce la notizia è il 1201 quando, a seguito di una sconfitta da parte
delle truppe reggiane, il Comune di Modena decise di presidiare la frontiera
con Reggio Emilia. I dati emersi dalla campagna di scavo diretta dal prof.
Sauro Gelichi dell’Università Ca’ Foscari di Venezia permettono di retrodatare
l’abitato intorno al X secolo, collegandolo alla presenza di una chiesa
dedicata a S. Bartolomeo e al cimitero circostante. Si trattava di un vero e
proprio villaggio fortificato, che venne abitato fino alla fine del XIV secolo.
Con l’avvento degli Adelardi e di Azzo da Castello le strutture difensive
duecentesche furono trasformate. Nel 1405 Nicolò III d’Este investì Marco I Pio
di numerosi possedimenti nella zona pedecollinare modenese, tra cui Formigine,
come testimoniano i cinquantasette affreschi nella Sala delle Vedute del
castello di Spezzano. Proprio durante il dominio dei Pio, il castello assunse
l’attuale struttura: accanto alla fortificazione medievale, detta rocchetta,
venne costruito il palazzo marchionale, dimora dei signori di Carpi, e la torre
dell’orologio, sede pubblica del governo, che conserva gli stemmi araldici dei Pio.
La popolazione fu trasferita progressivamente all’esterno delle mura e la
chiesa divenne cappella signorile. Nel 1599 la morte senza eredi di Marco III
Pio determinò il passaggio di Formigine agli Estensi, che lo detennero fino al
1648, quando venne ceduto al marchese Mario Calcagnini, funzionario ducale.
Intorno alla metà del ’700 fu realizzato un edificio destinato a carcere
nell’area sud-est, un uso analogo ebbe il piano terra della torre
dell’orologio. A seguito della vicenda napoleonica, nel 1796 il castello venne
incamerato dal Demanio repubblicano. Nel 1811 fu restituito al marchese
Calcagnini, ad eccezione della torre dell’orologio, della rocchetta, delle
prigioni e dello spazio denominato “gioco del pallone”, che rimasero al Comune.
All’inizio dell’‘800 il palazzo marchionale era adibito ad abitazioni, la torre
centrale ospitava il custode dell’orologio e la rocchetta era sede del
vicereggente (magistrato locale) e dei dragoni (i militari dell’epoca). Nel
1838 l’appartamento nobile del palazzo marchionale venne preso in affitto dal
Comune, che vi collocò i suoi uffici. Nella prima metà del ’900 il castello rimase
abitazione estiva dei marchesi Calcagnini, in seguito dei loro eredi, i conti
Gentili. Nell’aprile del 1945 Formigine fu colpita duramente dai bombardamenti
aerei: a causa dello scoppio di una bomba, crollò la volta del sotterraneo
della torre dell’orologio, adibito a rifugio antiaereo: venti persone rimasero
uccise sotto le macerie, tra cui i proprietari; si salvò miracolosamente la
figlia di pochi mesi, la contessa Maria Alessandra Gentili Calcagnini d’Este.
Alla fine della guerra, il palazzo marchionale risultava quasi completamente
sventrato. Uno dei primi provvedimenti dell’Amministrazione comunale fu
l’acquisizione dell’intero complesso per adattarlo, una volta provveduto al
recupero e all’ampia ricostruzione delle parti gravemente danneggiate, a nuova
residenza municipale. Questa destinazione d’uso è quella perdurata sino al
2002, quando l’Amministrazione decise di trasferire gli uffici comunali per
procedere con il progetto di restauro e di riutilizzo, che ha reso l'intero
complesso aperto a tutti coloro i quali desiderino visitarlo.
Il palazzo marchionale - L'area un tempo destinata
alla residenza del signore è quella che ora accoglie i visitatori. Vicino alla
reception, una sala didattica permette di ricevere informazioni sul monumento e
sui percorsi di visita. Il primo piano ospita locali ad uso istituzionale: la
sala del Consiglio comunale, la sala matrimoni e sale di rappresentanza, che
possono essere affittate per esposizioni, meeting e convention. All'interno del
palazzo è da segnalare la presenza dell’affresco di Nostra Donna della
Rocca. Il palazzo ospita i "wall drawings" di David Tremlett.
La rocchetta e il suo museo - Nella parte più antica del castello è ospitato il Museo e Centro di documentazione: un emozionante viaggio nel tempo che inizia nel X secolo e arriva fino ai giorni nostri. Le installazioni multimediali e interattive di Studio Azzurro, importante centro di ricerca artistica milanese, dialogano con la ricerca storica e archeologica diretta dalla prestigiosa Università Ca' Foscari di Venezia, raccontando di luoghi, persone e cose del passato con un linguaggio contemporaneo.
Il parco archeologico - Con più di 4000 mq di superficie, il parco interno al castello si presenta come una rigogliosa arena verde dove le antiche torri fungono da scenografico fondale. Grazie ad un punto d'osservazione collegato alla rocchetta, è possibile vedere un'area archeologica che conserva i resti dell'antica pieve dedicata a San Bartolomeo, dell'annesso campanile e di alcune sepolture. Questo è il nucleo più antico dell'abitato rurale, le cui origini risalgono al X secolo.
Altre informazioni le trovate al seguente link: http://www.castellidimodena.it/page.asp?IDCategoria=287&IDSezione=5876
La rocchetta e il suo museo - Nella parte più antica del castello è ospitato il Museo e Centro di documentazione: un emozionante viaggio nel tempo che inizia nel X secolo e arriva fino ai giorni nostri. Le installazioni multimediali e interattive di Studio Azzurro, importante centro di ricerca artistica milanese, dialogano con la ricerca storica e archeologica diretta dalla prestigiosa Università Ca' Foscari di Venezia, raccontando di luoghi, persone e cose del passato con un linguaggio contemporaneo.
Il parco archeologico - Con più di 4000 mq di superficie, il parco interno al castello si presenta come una rigogliosa arena verde dove le antiche torri fungono da scenografico fondale. Grazie ad un punto d'osservazione collegato alla rocchetta, è possibile vedere un'area archeologica che conserva i resti dell'antica pieve dedicata a San Bartolomeo, dell'annesso campanile e di alcune sepolture. Questo è il nucleo più antico dell'abitato rurale, le cui origini risalgono al X secolo.
Altre informazioni le trovate al seguente link: http://www.castellidimodena.it/page.asp?IDCategoria=287&IDSezione=5876
La bellissima foto è presa dal sito http://www.minniti.info
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