BOJANO (CB) - Castello Pandone in frazione Civita Superiore
Come testimoniano i ritrovamenti di monete, di ceramiche a
vernice nera e di alcuni frammenti di tegole, infatti, Civita costituiva il
centro fortificato di un insediamento sannita di una certa importanza. La sua
fortuna cessò con l’avvento dei romani, che preferirono insediare la loro
colonia di Bovianum nella vallata sottostante. Dopo il 602 d.C. il Sannio,
allora occupato dai Goti, subì l’invasione longobarda. Nel 667, i duchi
longobardi di Benevento concessero le terre di Boiano e dintorni al guerriero
mercenario bulgaro Altzeco (o Alczeco) che le acquisì come gastaldo
(amministratore per conto del Re). Iniziò così la dominazione bulgara, pacifica
e ben accetta dalla popolazione del luogo, che con la pace conobbe un periodo
di crescita e prosperità che portò alla costruzione di abitazioni eleganti e
chiese. Tutto il benessere raggiunto fu distrutto dalle violente incursioni
saracene degli anni 860–882. Bojano fu tra i centri più danneggiati insieme con
Venafro, Sepino e Isernia. La sua popolazione ricominciò l’esodo verso la
rocca, dove era più facile difendersi. In quel periodo si costruì la cittadella
fortificata. La cinta muraria del borgo fu allargata fino al castello, che
mantenne la funzione di fortificazione-rifugio. Verso la metà del X secolo, con
il declino del regno longobardo, il gastaldato si trasformò in contea e la
dominazione passò ai Normanni. La contea di Bojano fu affidata al francese
Rodolfo de Moulins e sotto la sua egemonia conobbe un periodo di forte sviluppo
sociale, economico e culturale. Fu con Ugo I, detto Ugone, discendente di
Rodolfo, che si riunirono le nove più importanti contee della regione
nell’unica contea di Bojano o del Molise. In questo periodo il castello, pur
rafforzando le sue funzioni difensive, fu trasformato in sede signorile.
L’intero borgo iniziò a configurarsi come “centro abitato difeso”, comprendente
all’interno sia la dimora del signore sia alcune abitazioni private.Nel 1128 il
castello si trovò al centro delle battaglie tra Ugo II, nipote di Ugone, e
Ruggiero II Re di Sicilia. Il conte, sconfitto, fu prima allontanato da Bojano poi reintegrato come
“giustiziere” in gran parte dei suoi territori, probabilmente grazie al suo
matrimonio con la figlia naturale di Ruggiero II. Nel 1142 il re di Sicilia affidò a Ugo II l’intera contea del Molise ma alla
sua morte, non avendo eredi, la contea passò alla corona. Agli inizi del '200
la contea passò ai conti di Celano. Nel 1221 fu teatro di uno scontro tra il
conte di Molise e l'Imperatore Federico II. Quest'ultimo, salito al trono
l'anno precedente, aveva intrapreso una politica interna che mirava a spogliare
i baroni, i conti ed i signori dei privilegi di cui godevano. La scintilla che
diede inizio alle ostilità fu la promulgazione di un editto che aveva lo scopo
di requisire molte rocche tra cui quella di Boiano, considerata fra i
"castra exempta", cioè fra i castelli dipendenti direttamente
dall'Imperatore. Tommaso da Celano non chinò il capo e si oppose al
provvedimento. Lasciò la moglie Giuditta, figlia del Conte Ruggero, in difesa
della Rocca Boiano e si recò a Rocca Mandolfi. Astutamente Federico II diede
l'ordine ai suoi baroni di attaccare Rocca Boiano, a quel punto Giuditta non
poté far altro che arrendersi. Venuto a sapere di ciò, Tommaso capeggiò verso
Boiano, l'incendiò e tornò con la moglie nella fortezza di Rocca Mandolfi; qui
fu raggiunto da Tommaso d'Aquino, Conte di Acerra, il quale aiutato
dall'Imperatore mise alle strette il Conte di Molise. Nel 1223 ci fu un accordo
tra Federico II e Giuditta, abile nelle mediazioni, che sancì l'affidamento
della Contea a Tommaso da Celano, esclusa però, Rocca Boiano, ritenuta di
grande importanza strategica. Negli anni a venire l'Imperatore affidò la Contea
al figlio naturale Enzo, il quale se la fece soffiare dal fratellastro Corrado
IV, che nel frattempo fu incoronato Imperatore. Questi si mostrò oltremodo
interessato a Rocca Boiano, ed a spese di altri territori vicini (come
Campobasso e Cantalupo) la fece restaurare. Successivamente con la caduta della
Casa Sveva e la salita al potere di quella dei D'Angiò, la fortificazione fu
affidata ad un certo Roczolino de Mandroles per una cifra di 200 once d'oro. Nel
1400 il possesso del castello passò alla famiglia Pandone, a cui rimase per
circa 80 anni. Tra il 1489 e il 1519 il Vescovo Silvio Pandone, a capo della
Diocesi di Bojano, costruì la nuova cattedrale di San Bartolomeo e migliorò la
struttura della rocca adibendola a residenza estiva. Nella seconda metà del
1700, l'edificio visse un periodo d’abbandono e di povertà, destinato a
perdurare e ad aggravarsi per la carenza d’acqua. Nel 1943 il castello fu
bombardato e distrutto. Nel 1960 la parte nord del castello fu utilizzata per
costruire un belvedere. I ruderi della fortificazione si trovano nella parte
alta della Civita, isolati dal nucleo abitato medioevale. Lo studio delle
caratteristiche planimetriche e strutturali non consentono di differenziare
nettamente gli interventi longobardi da quelli normanni; la interpretazione è
resa ancora più difficile da recenti interventi che hanno omogeneizzato parte
delle murature. La struttura dell’edificio è rettangolare con una lunghezza di
circa 116 mt. ed una larghezza di 30 mt. La struttura interna prevedeva tre
zone: un primo recinto detto “Ricetto” che serviva da primo rifugio per la
popolazione nei casi di massimo pericolo; una zona riservata a residenza del
Signore e la “corte alta” che accoglieva i cortigiani. L’ingresso al borgo era
situato sul lato est, ma oggi esso è andato quasi completamente distrutto. Di
tale fronte è visibile, infatti, solo un tratto di mura.Sul lato nord vi era
una torre-cisterna di forma circolare oggi sostituita dal belvedere,
costruzione moderna che poggia in parte sulle antiche mura del castello.
Nell’angolo ovest, invece, era collocata la torre mastio. Delle strutture
della fortificazione sono ancora evidenti due ampi recinti separati da un
fossato trasversale che sfrutta la naturale conformazione del sito. Su questo
si affacciano i resti di un ampio vano di pianta rettangolare di cui rimane
solo parte della copertura voltata (a sesto ribassato). Le aperture presentano
una forte strombatura interna. Il cortile ha la funzione di piazza d’armi e di
compartimentazione stagna (diateichisma). Vasti tratti di muratura della
recinzione medievale con torri e porte sopravvivono pur se in parte inglobati
nei più recenti edifici. Negli ultimi anni sono stati effettuati dei lavori che
miravano ad una ricostruzione dell'antica costruzione, ma di certo l'opera
effettuata, ad eccezione di una scalinata che rende più agevole il
raggiungimento del sito da parte di coloro che volessero visitarlo, non sembra
essere stato di molto aiuto.
Altri link suggeriti: http://it.scribd.com/doc/12984915/Il-Castello-Di-Civita-Di-Bojano
Fonti: http://www.morronedelsannio.com, http://www.matese.org,
http://www.regione.molise.it
articolo di Beholder1972 su http://www.montidelmatese.it
Foto dai siti http://www.mondimedievali.net e http://www.matese.org
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