lunedì 23 settembre 2013

Il castello di lunedì 23 settembre






BOJANO (CB) - Castello Pandone in frazione Civita Superiore

Come testimoniano i ritrovamenti di monete, di ceramiche a vernice nera e di alcuni frammenti di tegole, infatti, Civita costituiva il centro fortificato di un insediamento sannita di una certa importanza. La sua fortuna cessò con l’avvento dei romani, che preferirono insediare la loro colonia di Bovianum nella vallata sottostante. Dopo il 602 d.C. il Sannio, allora occupato dai Goti, subì l’invasione longobarda. Nel 667, i duchi longobardi di Benevento concessero le terre di Boiano e dintorni al guerriero mercenario bulgaro Altzeco (o Alczeco) che le acquisì come gastaldo (amministratore per conto del Re). Iniziò così la dominazione bulgara, pacifica e ben accetta dalla popolazione del luogo, che con la pace conobbe un periodo di crescita e prosperità che portò alla costruzione di abitazioni eleganti e chiese. Tutto il benessere raggiunto fu distrutto dalle violente incursioni saracene degli anni 860–882. Bojano fu tra i centri più danneggiati insieme con Venafro, Sepino e Isernia. La sua popolazione ricominciò l’esodo verso la rocca, dove era più facile difendersi. In quel periodo si costruì la cittadella fortificata. La cinta muraria del borgo fu allargata fino al castello, che mantenne la funzione di fortificazione-rifugio. Verso la metà del X secolo, con il declino del regno longobardo, il gastaldato si trasformò in contea e la dominazione passò ai Normanni. La contea di Bojano fu affidata al francese Rodolfo de Moulins e sotto la sua egemonia conobbe un periodo di forte sviluppo sociale, economico e culturale. Fu con Ugo I, detto Ugone, discendente di Rodolfo, che si riunirono le nove più importanti contee della regione nell’unica contea di Bojano o del Molise. In questo periodo il castello, pur rafforzando le sue funzioni difensive, fu trasformato in sede signorile. L’intero borgo iniziò a configurarsi come “centro abitato difeso”, comprendente all’interno sia la dimora del signore sia alcune abitazioni private.Nel 1128 il castello si trovò al centro delle battaglie tra Ugo II, nipote di Ugone, e Ruggiero II Re di Sicilia. Il conte, sconfitto, fu prima allontanato da Bojano poi reintegrato come “giustiziere” in gran parte dei suoi territori, probabilmente grazie al suo matrimonio con la figlia naturale di Ruggiero II. Nel 1142 il re di Sicilia affidò a Ugo II l’intera contea del Molise ma alla sua morte, non avendo eredi, la contea passò alla corona. Agli inizi del '200 la contea passò ai conti di Celano. Nel 1221 fu teatro di uno scontro tra il conte di Molise e l'Imperatore Federico II. Quest'ultimo, salito al trono l'anno precedente, aveva intrapreso una politica interna che mirava a spogliare i baroni, i conti ed i signori dei privilegi di cui godevano. La scintilla che diede inizio alle ostilità fu la promulgazione di un editto che aveva lo scopo di requisire molte rocche tra cui quella di Boiano, considerata fra i "castra exempta", cioè fra i castelli dipendenti direttamente dall'Imperatore. Tommaso da Celano non chinò il capo e si oppose al provvedimento. Lasciò la moglie Giuditta, figlia del Conte Ruggero, in difesa della Rocca Boiano e si recò a Rocca Mandolfi. Astutamente Federico II diede l'ordine ai suoi baroni di attaccare Rocca Boiano, a quel punto Giuditta non poté far altro che arrendersi. Venuto a sapere di ciò, Tommaso capeggiò verso Boiano, l'incendiò e tornò con la moglie nella fortezza di Rocca Mandolfi; qui fu raggiunto da Tommaso d'Aquino, Conte di Acerra, il quale aiutato dall'Imperatore mise alle strette il Conte di Molise. Nel 1223 ci fu un accordo tra Federico II e Giuditta, abile nelle mediazioni, che sancì l'affidamento della Contea a Tommaso da Celano, esclusa però, Rocca Boiano, ritenuta di grande importanza strategica. Negli anni a venire l'Imperatore affidò la Contea al figlio naturale Enzo, il quale se la fece soffiare dal fratellastro Corrado IV, che nel frattempo fu incoronato Imperatore. Questi si mostrò oltremodo interessato a Rocca Boiano, ed a spese di altri territori vicini (come Campobasso e Cantalupo) la fece restaurare. Successivamente con la caduta della Casa Sveva e la salita al potere di quella dei D'Angiò, la fortificazione fu affidata ad un certo Roczolino de Mandroles per una cifra di 200 once d'oro. Nel 1400 il possesso del castello passò alla famiglia Pandone, a cui rimase per circa 80 anni. Tra il 1489 e il 1519 il Vescovo Silvio Pandone, a capo della Diocesi di Bojano, costruì la nuova cattedrale di San Bartolomeo e migliorò la struttura della rocca adibendola a residenza estiva. Nella seconda metà del 1700, l'edificio visse un periodo d’abbandono e di povertà, destinato a perdurare e ad aggravarsi per la carenza d’acqua. Nel 1943 il castello fu bombardato e distrutto. Nel 1960 la parte nord del castello fu utilizzata per costruire un belvedere. I ruderi della fortificazione si trovano nella parte alta della Civita, isolati dal nucleo abitato medioevale. Lo studio delle caratteristiche planimetriche e strutturali non consentono di differenziare nettamente gli interventi longobardi da quelli normanni; la interpretazione è resa ancora più difficile da recenti interventi che hanno omogeneizzato parte delle murature. La struttura dell’edificio è rettangolare con una lunghezza di circa 116 mt. ed una larghezza di 30 mt. La struttura interna prevedeva tre zone: un primo recinto detto “Ricetto” che serviva da primo rifugio per la popolazione nei casi di massimo pericolo; una zona riservata a residenza del Signore e la “corte alta” che accoglieva i cortigiani. L’ingresso al borgo era situato sul lato est, ma oggi esso è andato quasi completamente distrutto. Di tale fronte è visibile, infatti, solo un tratto di mura.Sul lato nord vi era una torre-cisterna di forma circolare oggi sostituita dal belvedere, costruzione moderna che poggia in parte sulle antiche mura del castello. Nell’angolo ovest, invece, era collocata la torre mastio. Delle strutture della fortificazione sono ancora evidenti due ampi recinti separati da un fossato trasversale che sfrutta la naturale conformazione del sito. Su questo si affacciano i resti di un ampio vano di pianta rettangolare di cui rimane solo parte della copertura voltata (a sesto ribassato). Le aperture presentano una forte strombatura interna. Il cortile ha la funzione di piazza d’armi e di compartimentazione stagna (diateichisma). Vasti tratti di muratura della recinzione medievale con torri e porte sopravvivono pur se in parte inglobati nei più recenti edifici. Negli ultimi anni sono stati effettuati dei lavori che miravano ad una ricostruzione dell'antica costruzione, ma di certo l'opera effettuata, ad eccezione di una scalinata che rende più agevole il raggiungimento del sito da parte di coloro che volessero visitarlo, non sembra essere stato di molto aiuto.

Altri link suggeriti: http://it.scribd.com/doc/12984915/Il-Castello-Di-Civita-Di-Bojano

Fonti: http://www.morronedelsannio.com, http://www.matese.org, http://www.regione.molise.it
articolo di Beholder1972 su http://www.montidelmatese.it

Foto dai siti http://www.mondimedievali.net e http://www.matese.org

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