domenica 22 settembre 2013

Il castello di sabato 21 settembre






CICILIANO (RM) – Castello Theodoli

Sull’origine del toponimo gli studiosi sono discordi in quanto, secondo l’opinione prevalente esso è collegato alla gens Caecilia, un fundus Caecilianus o più brevemente Caecilianum, mentre secondo altri sul colle dell’attuale Ciciliano sorgeva invece Sicilon o Siciletum, un oppidum che avrebbe ricordato l’antica gente dei siculi. Quando nel V sec. iniziarono le invasioni barbariche, i Trebulani furono costretti a fortificarsi e salirono sul colle. Nel X secolo, dell’antica città si salvarono solo le mura poligonali dopo la distruzione avvenuta per mano dei saraceni, ma a causa della sua posizione strategica Ciciliano fu conteso fra l'abbazia di Subiaco e Tivoli. Grazie all'appoggio di Roma alla fine prevalsero i monaci benedettini del monastero sublacense che prontamente la ricostruirono. La prima citazione storica del paese si riscontra in una lapide, fatta apporre nel Chiostro di Santa Scolastica dall’abate Umberto, inviato da Leone IX a governare il Monastero di Subiaco. In essa, con il nome errato di Bicilianum, Ciciliano veniva incluso fra i possedimenti del monastero benedettino fin dal 1052. Nell'Alto Medioevo sul territorio troviamo varie comunità sopra i ruderi della stessa Trebula tra cui il Vicus Sancti Valerii. I contrasti tra Tivoli e Subiaco portarono alla nascita di rocche sui monti, tra cui Rocca d'Elci ed il Castrum Morellae, che sopravvissero al massimo fino al XV sec. In virtù del testamento di Pietro Colonna di Giordano, signore di Genazzano, il feudo venne ereditato nel 1373 dai Colonna insieme a Pisoniano e San Vito. Rimase ai Colonna fino alla fine del secolo XIV, quando fu reso ai Monaci. L’antipapa Giovanni XXIII (1410-15) lo diede in feudo ai Colonna, ai quali lo tolse Eugenio IV (1431-47). Nel 1457 lo riebbero i Colonna. Nel 1484 tornò ai Monaci, che però lo perdettero quasi subito. Tra il 1501 e il 1503 infatti fu confiscato dai Borgia (da Alessandro VI) in favore dei figli di Lucrezia Borgia e Alfonso d’Aragona ma, alla morte del Pontefice, i Colonna se ne appropriarono nuovamente. Nuovi contrasti sorsero nel 1541 per l’imposizione del dazio sul sale, tali da far inviare da Paolo III, contro i Colonna, Pier Luigi Farnese al comando di 10.000 uomini. Caduto nelle mani delle milizie pontificie, il castello venne restituito nel 1550 da Giulio III ai Colonna. Nel 1563 Marco Antonio Colonna, per assolvere ai debiti paterni e costituire la dote per le sorelle, vendette il feudo al principe Domenico Massimo. Divenuto contea, il feudo, nel 1572, fu acquistato da mons. Gerolamo Theodoli, vescovo di Cadice, per la somma di 30.000 scudi romani. Durante il dominio dei Theodoli, il 23 dicembre 1579, gli abitanti di Ciciliano ottennero un proprio statuto nel quale si stabilivano norme civili e penali che regolavano l’amministrazione della comunità. Copia manoscritta, ricavata dall’originale, è conservata presso l’Archivio di Stato di Roma (raccolta statuti 195). La famiglia Theodoli, che ancora possiede il castello, mantenne i diritti feudali fino al 1816. Il borgo medioevale del paese mantiene la struttura medievale con vie strette e ripide dove nella sua sommità si erge, il maniero, risalente al XII secolo ed in buono stato di conservazione. Nel corso del XV secolo, sotto il dominio dei Colonna, la struttura del castello venne modificata a scopo difensivo, secondo un modello diffuso in quel periodo: un corpo centrale quadrato con quattro bastioni angolari. L'unica torre cilindrica che si nota venne aggiunta circa un secolo dopo. Ulteriori modifiche, vennero apportate nel XVIII secolo per volere della famiglia Theodoli (il rinforzo delle fondamenta e il restauro delle quattro torri con merlatura guelfa). L’ingresso del castello ha un’alta scalea con una prospettiva sulla “piazza di corte”, con le due rampe di accesso a esedra, volute dall’architetto Gerolamo Theodoli; la facciata del maniero è munita di due torri angolari, quadrata quella di destra e cilindrica l’altra. Altre due torri di forma quadrangolare sono situate nella parte posteriore. La struttura muraria è in pietrame mal squadrato con inserti in mattoni. All'interno dell’edificio troviamo un corpo di guardia, una scalinata che con un portico conduce alle sale di rappresentanza al piano nobile, una cucina, un grande forno e un torchio per pigiare le uve con vasca di raccolta. E’ assai interessante notare che al centro della corte è collocata un'ara funeraria romana, proveniente dal territorio della vicina città di Trebula Suffenàs, antico Municipio Romano di origine equa che sorgeva sul passo della Fortuna (Ciciliano). Al piano nobile troviamo una serie di stanze compresa una cappella e uno stanzone con un camino sulla cui sommità è dipinto il blasone della famiglia Theodoli. Vi è inoltre un giardino pensile, oggi parco comunale che si estende per una superficie di 54.650 mq, in cui spiccano alcune piante secolari e con ai lati il camminamento di ronda. Infine, negli ambienti sotterranei del castello sono collocate le carceri (probabilmente risalenti alla fine del XVI secolo – 1579 - quando Theodolo Theodoli, con l’approvazione di uno statuto tra i più avanzati per l’epoca, regolamentò anche l’amministrazione della giustizia), in cui sono presenti suggestivi graffiti d’epoca lasciati dai detenuti che vi furono rinchiusi. Le attuali torri e merlature sono state rialzate e ristrutturate grazie a Francesco Maria Thedoli con lavori del 1913 che riguardarono anche la sistemazione interna degli ambienti e la ridefinizione strutturale della balaustra e delle rampe d’accesso. Il Castello Theodoli, posto a 618 metri s.l.m. e dominante il paese di Ciciliano e le valli circostanti, è oggi utilizzato come location per cerimonie, conferenze, mostre. Nella cappella di famiglia, situata all'interno del maniero, è inoltre possibile celebrare matrimoni.


Fonti: http://www.romaepiu.it, http://www.lazioturismo.it, http://ilbersagliodipaglia.blogspot.it, http://www.controluce.it, http://www.tesoridellazio.it
Foto: una è presa dal sito http://www.festeaziendali.it mentre l'altra è un fermo immagine di un video disponibile su youtube  

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