MONTEMILETTO (AV) – Castello della Leonessa
Si erge sul rilievo montuoso in posizione dominante sul
paesaggio circostante e sulla valle attraversata dai fiumi Calore e Sabato. Il
castello fu edificato presumibilmente in epoca longobarda sui resti di una
preesistente costruzione romana, di cui si intravedono i resti di un muro in
laterizi, e poi modificato dai Normanni nel XII secolo. Il primo proprietario
di cui si hanno notizie sicure fu un certo "Turgisius de Monte
Militi", menzionato in un documento del 1102. Danneggiata da un incendio
nel 1119 e subito risistemata, la fortezza fu più volte distrutta e
ricostruita, a causa dei frequenti saccheggi e assedi condotti dai potenti
signori locali. Tra questi si ricorda quello portato al castello da Algiasio De
Tocco che riuscì a cogliere di sorpresa il feudatario Andrea Francesco
Caracciolo e a conquistare il maniero nel 1419. Durante il periodo angioino era
appartenuto ai Durazzo, ai Caracciolo, ai della Leonessa (cui il maniero deve il suo nome e che tennero il
castello dal 1279 al 1338) e nuovamente ai de Tocco, che lo riacquisirono nel 1448. Questi ultimi divennero Principi
nel 1567 e amministrarono le rendite feudali sino al 1806. L'originale impianto
longobardo della costruzione subì diversi adattamenti in epoca rinascimentale,
perdendo la sua funzione difensiva per acquisire quella di palazzo signorile,
caratterizzato dalla presenza di larghe finestre e ampi balconi. La struttura
conservò comunque gli elementi difensivi antichi, fra cui le torri angolari,
che risultavano ancora dotate di merli nell'Ottocento. Al castello si accede
attraverso un maestoso portale d'ingresso (Porta della Terra) posto nella parte
posteriore dell'edificio. Sull'arco d'ingresso al castello, nella parte interna
verso la corte, si può notare uno stemma raffigurante uno scudo sormontato da
una corona a nove punte. All’interno oltre alle stanze gentilizie ci sono
numerosi locali che erano adibiti a diversi usi: la cappella di Santa Croce, la
cisterna, che serviva per assicurare l’acqua anche in caso di siccità, la
prigione, le stalle, le cantine, il forno e la cucina. Tutta la struttura si
sviluppa su tre piani con complessivamente 50 stanze. Si accede al primo piano,
dove sono situati gli appartamenti principeschi formati da grandi sale,
attraverso una scala posta di fronte all’ingresso principale. Il secondo piano,
invece, è composto da circa 10 stanze usate principalmente come alloggi di
servizio. L'edificio ospitò due volte Carlo
III di Borbone. Recentemente restaurato, il complesso architettonico
rappresenta una delle residenze castellate meglio conservate nella provincia di
Avellino. Ecco un interessante video di "Castelli d’Irpinia"che vi
consiglio di guardare: http://www.youtube.com/watch?v=MgHhkJ8Ytmo
Foto da www.montesole.it
e www.ilmeteo.it
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