venerdì 6 settembre 2013

Il castello di venerdì 6 settembre






MONTEMILETTO (AV) – Castello della Leonessa

Si erge sul rilievo montuoso in posizione dominante sul paesaggio circostante e sulla valle attraversata dai fiumi Calore e Sabato. Il castello fu edificato presumibilmente in epoca longobarda sui resti di una preesistente costruzione romana, di cui si intravedono i resti di un muro in laterizi, e poi modificato dai Normanni nel XII secolo. Il primo proprietario di cui si hanno notizie sicure fu un certo "Turgisius de Monte Militi", menzionato in un documento del 1102. Danneggiata da un incendio nel 1119 e subito risistemata, la fortezza fu più volte distrutta e ricostruita, a causa dei frequenti saccheggi e assedi condotti dai potenti signori locali. Tra questi si ricorda quello portato al castello da Algiasio De Tocco che riuscì a cogliere di sorpresa il feudatario Andrea Francesco Caracciolo e a conquistare il maniero nel 1419. Durante il periodo angioino era appartenuto ai Durazzo, ai Caracciolo, ai della Leonessa (cui il maniero deve il suo nome e che tennero il castello dal 1279 al 1338) e nuovamente ai de Tocco, che lo riacquisirono nel 1448. Questi ultimi divennero Principi nel 1567 e amministrarono le rendite feudali sino al 1806. L'originale impianto longobardo della costruzione subì diversi adattamenti in epoca rinascimentale, perdendo la sua funzione difensiva per acquisire quella di palazzo signorile, caratterizzato dalla presenza di larghe finestre e ampi balconi. La struttura conservò comunque gli elementi difensivi antichi, fra cui le torri angolari, che risultavano ancora dotate di merli nell'Ottocento. Al castello si accede attraverso un maestoso portale d'ingresso (Porta della Terra) posto nella parte posteriore dell'edificio. Sull'arco d'ingresso al castello, nella parte interna verso la corte, si può notare uno stemma raffigurante uno scudo sormontato da una corona a nove punte. All’interno oltre alle stanze gentilizie ci sono numerosi locali che erano adibiti a diversi usi: la cappella di Santa Croce, la cisterna, che serviva per assicurare l’acqua anche in caso di siccità, la prigione, le stalle, le cantine, il forno e la cucina. Tutta la struttura si sviluppa su tre piani con complessivamente 50 stanze. Si accede al primo piano, dove sono situati gli appartamenti principeschi formati da grandi sale, attraverso una scala posta di fronte all’ingresso principale. Il secondo piano, invece, è composto da circa 10 stanze usate principalmente come alloggi di servizio. L'edificio ospitò due volte Carlo III di Borbone. Recentemente restaurato, il complesso architettonico rappresenta una delle residenze castellate meglio conservate nella provincia di Avellino. Ecco un interessante video di "Castelli d’Irpinia"che vi consiglio di guardare: http://www.youtube.com/watch?v=MgHhkJ8Ytmo



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