lunedì 16 settembre 2013

Il castello di lunedì 16 settembre




BARBARA (AN) - Castello

Dopo la disfatta longobarda ad opera dei Franchi nel 774, con l'istituzione del Sacro Romano Impero il territorio venne indemaniato. Successivamente, trasformato in feudo ecclesiastico, fu affidato all'abbazia benedettina di S. Maria di Sitria, fondata agli inizi del sec. XI sulle pendici del Monte Catria dal santo monaco riformatore Romualdo da Ravenna. Neanche il nuovo comune, costituitosi nel 1257 grazie al protettorato jesino, riuscì a sciogliere i vincoli vassallatici, che perdurarono fino alla costituzione del Regno d'Italia, per tutta l'età moderna, periodo nel quale il paese di Barbara divenne la sede amministrativa degli estesi possessi dell'abbazia, ormai trasformata in commenda ed affidata dal 1453 ai cardinali delle più importanti famiglie dello Stato Pontificio, come i Cesi, i Barberini, gli Albani. Il castello duecentesco, ristrutturato nel Quattrocento, è ancor oggi circondato da una muraglia con scarpa, munita di quattro fortificazioni d'angolo e culminante in un imponente mastio sopraelevato, attualmente definito "il Torrione". I due piccoli torrioni del lato Nord sono sostanzialmente integri e presentano ancora la postazione degli artiglieri, le merlature e le bocche da fuoco per colubrine o archibugi; l'alta torre di SO è stata invece ricostruita negli anni '60 in luogo di un precedente torrione quattrocentesco diroccato in seguito ai bombardamenti della Guerra di Liberazione; il basamento di una quarta casa-torre è ancor oggi in parte visibile in prossimità del vertice angolare del settore orientale delle mura. Il mastio o 'arce', come veniva definito nei documenti coevi, difendeva l'attigua sede del signore locale - normalmente l'abate - o dei suoi rappresentanti, ma sovrastava tutti i lati del castello e poteva battere la campagna circostante con i due mortai di cui era munito. Due ponti levatoi chiudevano gli accessi principali, costituiti a Sud dalla Porta Roma, presso il Palazzo Abbaziale, e a Nord dalla porta dell'arco di S.Barbara prospiciente un profondo fossato oggi colmato. Il castello, conteso da Guelfi e Ghibellini per la sua inviolabilità, fu teatro di due vincenti azioni difensive nel 1461 e nel 1517, rispettivamente di fronte alle truppe assedianti di Sigismondo Malatesta, signore di Rimini, e di Francesco Maria Della Rovere, duca di Urbino. Il palazzo abbaziale, attuale sede municipale, ristrutturato nel Settecento per ospitare il cardinale Annibale Albani nipote del papa e abate di Sitria, presenta ancor oggi nel piano nobile superiore le sale della residenza cardinalizia scandite da architravi, con inscritto il nome del prelato, e porte originali dalle eleganti serrature in ferro battuto. La prima e più grande sala d'aspetto presenta ancora affisso alla parete lo stemma degli Albani, dipinto in cotto. Altre interessanti curiosità attendono il visitatore: il soffitto cassonato in legno della cappella privata cardinalizia, la sala delle udienze, odierno ufficio del sindaco dove si custodisce altresì un'immagine di S.Barbara, opera seicentesca di Pietro Paolo Ubaldini, seguace della scuola romana di Pietro da Cortona; la cassapanca settecentesca decorata con un dipinto dello stemma degli Albani; la scala a chiocciola in pietra, che, addossata alle mura, costituiva un ulteriore collegamento interno con gli ambienti superiori ed il pianterreno. Percorrendo Via Castello, dopo essersi affacciati a destra dagli spalti dello "Spiazzo" - una graziosa piazzetta con fontana che si apre sugli imponenti cedri del giardino Mattei e su un panorama collinare che spazia ad Est fino al Monte Conero - si discendano le "scalette" ed in Via delle Mura ci si volga verso l'alto ad ammirare l'incombente mole poligonale del mastio; di fronte sono ancora visibili i ruderi delle fornaci dei ceramisti barbaresi ,"i vasari", documentate fin dal Cinquecento ed attive fino alla prima metà del Novecento; più in basso, aggirato il torrione merlato di NE, si osservi il passaggio pensile dal palazzo al giardino Mattei e la suggestiva volta gotica, già addossata al ponte levatoio.
Fonti: http://www.comune.barbara.an.it, http://www.lemarche.com

Foto: la seconda è presa dal sito www.senigallianotizie.it

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