SMERILLO (FM) - Castello
Smerillo sorge su un crinale roccioso a 806 metri s.l.m., è un balcone
naturale di straordinaria bellezza che spazia a 360 gradi. Ad est domina tutto
il fermano fino al mare, la vallata del Tenna e dell’Aso fino alle coste
abruzzesi; ad ovest si contemplano le vette dei Monti Sibillini; a nord le
colline maceratesi fino ad arrivare al Monte Conero; a sud lo sguardo arriva
fino ai monti della Laga ed al Gran Sasso. Il nome Smerillo sembra derivare da
un falco, lo Smeriglio
(Falco columbarius), che popolava le numerose
cavità presenti nella roccia dominata dal paese. Non si sa con sicurezza
l’origine del castello di Smerillo, alcuni pensano che sia nato al tempo dei
romani in quanto nel suo territorio sono state trovate numerose monete dell'epoca.
Ma i primi documenti scritti arrivati fino a noi sono datati intorno al 1100 e
riguardano soprattutto le vicende del casato che governò il castello. I signori
di Smerillo discendevano dal conte Alberto (il più antico rappresentante del
casato dei signori di Smerillo di cui si ha notizia) che alla fine del 1100
risulta livellario dell’abbazia sabina di Santa Maria di Farfa di Santa
Vittoria in Matenano per cui pagava ai monaci un canone annuo per il Castello
di Smerillo. I signori di Smerillo erano imparentati con il casato che dominava
il castello di Montepassillo (Comunanza), inoltre possedevano la giurisdizione
su un ampio territorio diviso attualmente tra i comuni di Comunanza, Amandola,
Monte Monaco, Monte Fortino. Alla fine del 1200 la crisi economica che aveva
colpito i signori di Smerillo, costrinse a vendere le loro quote del territorio
al Comune di Fermo, in cambio dell’esenzione al pagamento delle imposte sui
beni personali. Il Comune di Fermo si assicurò così la giurisdizione del
castello di Smerillo e nel 1298 impose a Smerillo le istituzioni comunali
dandogli la libertà e la cittadinanza fermana. In quell'anno Antonio Volientis,
fermano, acquisto'
- dai feudatari Corrado
di Bove, Anselmuccio di Brancaleone e Francesco di Alberico - il castello di
Smerillo che, come gli altri comuni soggetti a Fermo, fu abbastanza autonomo in
quanto il Comune di Fermo interveniva solo negli affari di maggiore importanza.
Il 3 marzo 1396, Luzio e Antonio, custodi della rocca di Smerillo per conto del
comune, tradirono Fermo e consegnarono la rocca a Gentile e Rodolfo da Varano,
Duchi di Camerino, i quali volevano estendere il loro dominio nella vallata del
Tenna e quindi fortemente interessati a quel centro che godeva di una posizione
strategica per il loro scopo. I Fermani chiamarono alle armi gli uomini dei
castelli dipendenti e mossero contro Smerillo. Il fatto che Fermo non venne a
combattere da sola, fa pensare che i Da Varano l'avessero fortificato ben bene.
Fermo riuscì a riprendere il controllo di Smerillo e del territorio circostante
che, successivamente, furono annessi allo Stato della Chiesa prima e al regno
d’Italia poi. Una incursione del duca di Carrara nel 1404 produsse seri danni
alle fortificazioni. Fu fatta richiesta a Sisto V, nel Cinquecento, di poterle
restaurare. Per permettere i lavori il Papa dispose l'esenzione dalle tasse per
tre anni. A testimonianza del grandioso passato di Smerillo restano i ruderi
delle mura di cinta del castello, la porta nord e il "cassero". Dal
punto di vista architettonico Smerillo si doveva presentare con due strutture
urbanistiche distinte ma complementari tra loro: la prima (l’attuale “rocca”)
dove si trovavano le abitazioni dei signori e la seconda dove si trovavano le
case del popolo. Lo spazio riservato ai signori era protetto su tre lati da una
cinta muraria con delle torri, mentre il quarto lato era privo di
fortificazioni in quanto era affacciato sulla rupe. La prima cinta muraria venne
costruita nel XIV secolo, lungo le pendici del monte probabilmente, costituita
da due terrapieni, uno interno e uno esterno con l'aggiunta di una palizzata
difensiva. Il borgo dove si trovavano le case dei contadini era privo di
fortificazioni e le case erano disposte lungo la via principale che portava
alla dimora dei signori, (struttura architettonica ancora attuale). Successivamente
fu costruita una cinta muraria anche intorno al borgo con due porte di ingresso
ancora oggi ben visibili.
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