CASTIGNANO (AP) – Castello di Ripaberarda
Ai piedi del Monte Ascensione, nella collina di fronte
a Castignano, a 7 km dal capoluogo, divisa da questo dal torrente Chifente,
sorge Ripaberarda,
antico castello del comitato ascolano, le cui origini si perdono nella notte
dei tempi. Non meno misterioso è il nome di Ripaberarda,
che taluni studiosi attribuiscono alla somma del sostantivo "Ripa" ed
uno sconosciuto "Berardo", probabilmente un feudatario titolare del
castello da cui il centro avrebbe avuto inizio. Sulle origini del
castello mancano documenti certi, ma la realtà storica sembra non allontanarsi
molto dalla fantasia facendole risalire al IV-V secolo d.C., nel periodo delle
invasioni barbariche e del conseguente rifugiarsi delle popolazioni in luoghi
impervi e quindi sicuri. Comunque il primo dato certo compare nel Quinternone
del Comune di Ascoli Piceno, nel quale si rivela che nel 1298 ad alcuni
abitanti del castello venne concessa la cittadinanza ascolana, e si attesta che
la comunità di Ripaberarda, pur fornita di propri statuti ed autogoverno, è da
sempre appartenuta al distretto di Ascoli sotto la giurisdizione del rettore
della Marca; e per questo, come castello fortificato divenne baluardo difensivo
dalle incursioni fermane. La particolare posizione strategica del castello
accentuava lo spirito guerriero degli abitanti e, la conformazione difensiva
della rocca, era di monito ad eventuali mire nemiche perchè difficilmente
attaccabile. Ma nel 1510 tre quarti del castello franarono a causa
dell'erosione del sottostante torrente Macchia. Il Comune rimase autonomo fino
al 10 dicembre 1865 quando con Regio Decreto ne fu disposta l'aggregazione a
Castignano, di cui ancora oggi è l'unica frazione. Di notevole interesse
risultano la porta castellana chiamata "la vodda" ed i resti delle mura
fortificate. Dall'antico nucleo, che conserva la struttura medievale ed ha il
caratteristico colore del mattone che contraddistingue tutti i borghi
dell'Ascolano, spicca il cinquecentesco campanile. L'elegante
costruzione, visibilmente pendente da un lato, a causa della posizione precaria
del basamento, era in passato affiancata alla chiesa di S. Egidio, ora
distrutta. Il disegno dell'opera, risalente al 1518, è comunemente attribuito
ad Antonio da Lodi. Probabilmente eretto su una struttura preesistente
utilizzata come torre di avvistamento, presenta un fusto cubico suddiviso in
quattro piani di cui i primi tre recano feritoie e l'ultimo è destinato alla
cella campanaria, ove si aprono quattro monofore in stile rinascimentale.
Elegante è l'ottagono terminale sormontato da cuspide ed arricchito da piatti
in maiolica incastonati, dal colore azzurro. Il campanile che fonde arte gotica
e classica è della stessa famiglia delle torri campanarie delle cattedrali di
Teramo ed Atri e delle chiese di Campli e Corropoli in Abruzzo. Altre notizie
al seguente link: http://lnx.montaltomarche.it/montalto2/Presida/rberarda_ind.php
Fonti: http://www.oasitraicalanchi.it,
http://www.ripaberarda.it, http://it.wikipedia.org, http://www.quintanadiascoli.it
Foto dal sito www.mondimedievali.net
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