ERICE (TP) - Castello di Maurigi in frazione Ballata
Ballata è una piccola frazione del comune di Erice, posta ai
piedi di una collina, a metri 237 s.l.m. e a 20 km dalla vetta di Erice. Il
piccolo centro abitato nacque circa 350 anni addietro, all’ombra di un castello
costruito tra il 1100 e il 1200, il cui nucleo più antico ed importante è una
torre centrale normanna. Il “Baglio”, che chiude a difesa il castello, fu
costruito nell’anno 1603, come dimostra una data incisa su una pietra dello
stipite di una porta dell’interno. Subito dopo quella data, s’iniziò a formare
il primo embrione di vita, con stanziamenti definitivi e progressivi con gli
anni. La famiglia proprietaria del Castello e del Feudo limitrofo apparteneva
al “nobile casato degli Staiti”, ai quali- con matrimoni ed eredità- si sono
succeduti i “Platamone”, i “Maurigi” ed attualmente la famiglia “Zagarella” che
ne tiene l’eredità per successione matrilineare. Un attento visitatore che
arriva da Torretta, o da Tangi, o da Pianoneve non può sottrarsi dall’osservare
questo antico edificio che sovrasta maestosamente l’abitato di Ballata. La
parte centrale del Baglio ci evidenzia l’imponenza della grande “corte”, al
centro della quale è situato un pozzo sorgivo e tutt’intorno si affacciano gli
usci delle abitazioni e dei magazzini. Sul lato nord-ovest si può ammirare la
parte padronale che sorge sulla torre normanna; sul muro di essa notiamo una
insegna araldica in terracotta smaltata, nonché il blasone nobiliare della
“famiglia”. Sul lato nord è riscontrabile una torretta cilindrica interamente
ricostruita agli inizi degli anni sessanta; sul tetto uno stendardo di piccole
dimensioni in ferro. La facciata principale del castello è esposta a
nord-ovest. Nella prima sopraelevazione si affaccia un balcone che ci conferma
il periodo di quella costruzione squisitamente spagnola; il balcone è in ferro
battuto semplice, ma austero nella sua sobrietà. Una vecchia leggenda narra che
per diventare immortale bisognava vendere l’anima al diavolo, tagliarsi le vene
e conservare il sangue in una bottiglia e metterlo in una buca piena di letame,
per la durata di nove mesi. Il Marchese Maurigi prima di morire cercò di
realizzare l’incantesimo e così scrisse 12 lettere da spedire alla moglie
trasferita in Germania. Mensilmente, il custode del castello in ordine di
priorità doveva spedire una delle lettere, ma dopo alcuni mesi egli sbagliò,
non rispettando l’ordine di spedizione. Insospettita la moglie del Marchese,
venuta a Ballata scoprì il segreto del marito, estrasse la bottiglia con il
sangue sotterrato e annullò il patto che l'uomo aveva stretto con il diavolo. Distaccata
di circa 30 metri dal castello, riscontriamo una piccola cappella del “Santo
Spirito”, che porta la data del 1676; in essa venivano celebrate le funzioni
religiose della domenica e delle principali ricorrenze festive. La cappella
testimonia la grandezza del castello e l’importanza che rivestiva nella
comunità locale di allora; al suo interno, possiamo trovare qualche frammento
di affresco antico (perduto dall’incuria dei predecessori e del tempo stesso),
moderno ( realizzato da Fabrizio Zagarella) che raffigura la discesa dello
Spirito Santo.
Fonti: http://www.comune.erice.tp.it e http://ballataerice.altervista.org
Foto dal sito www.ugo.cn
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